TIDOUNAMANO-onlus
Per ricordare
Dal 1977 al 2000 questo il periodo di "vita" della centrale nucleare di Chernobyl.
1977 - Entra in servizio il primo reattore. Ciascuno dei quattro reattori ha
una capacità di 925 megawatt (Caorso ne forniva 840).
1986 (26 aprile) - Alle ore 1,23 della notte tra il 25 e il 26 aprile esplode il
reattore numero 4. E' il disastro nucleare più grave nella storia dell'atomo.
Nell'atmosfera vengono immessi circa 45 milioni di curie di xeno 133; 7
milioni di curie di iodio 131; un milione di curie di cesio 134 e 137.
L'immissione dei radionuclidi nell'atmosfera continua in maniera crescente
fino al 10 maggio per poi decrescere.
1987 -Il 4 dicembre viene riattivato il terzo reattore anch'esso danneggiato
dopo l'esplosione.
1991 - In seguito a un incendio causato dal surriscaldamento dei cavi viene
chiuso definitivamente il reattore 2. Restano in funzione i reattori numero 1 e
numero 3 (in riparazione).
1996 - Accordo tra Ucraina e Paesi del G7per chiudere anche il reattore numero 1.
1999 - Dopo molti rinvii viene rimesso in funzione il reattore numero 3.
2000 - Viene chiusa la Centrale di Chernobyl in cambio di circa quattro mila miliardi di lire e
la realizzazione di due centrali nucleari.
I fatti. Il 26 aprile 1986, durante una revisione periodica degli impianti della centrale, fu
condotto un esperimento per calcolare il tempo di autonomia di funzionamento dei sistemi di
emergenza del reattore; ciò comportò un improvviso aumento della produzione di vapore con
una esplosione ed il conseguente scoppio di un incendio.
Al momento dell'incidente, nel reattore, vi erano 4 x 1013 Mbq di diversi radionuclidi, tra cui
Plutonio, Iodio, Cesio, Stronzio, Xenon, etc., buona parte dei quali fuoriuscirono dal reattore
sia nell'esplosione che nell'incendio che ne segì, liberando una radioattività pari a 3,6 x
1012Mbq.
Il fall out radioattivo investì dapprima le regioni più prossime alla centrale, contaminando la
Bielorussia e la Russia, ma il 27 e 28 aprile masse di aria
radioattiva raggiunsero la Polonia, la Germania ed i Paesi
Scandinavi. Il 30 Aprile ed il 1 Maggio la nube radioattiva
ricadde sulla Grecia settentrionale, l'Italia, la Svizzera,
l'Austria occidentale e la Cecoslovacchia. Il 2 e 3 Maggio
vennero interessate anche Gran Bretagna, Irlanda e Francia
sud-occidentale, mentre dal 3 Maggio le propaggini della nube
interessarono l'Europa sud-orientale fino alla turchia. Tra il 6
e 7 Maggio, infine, aumenti dei livelli furono registrati anche in aree geografiche molto
lontane dal luogo del disastro come la Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti.
La distribuzione della radioattività avvenne in modo estremamente disomogeneo, in relazione
alle diverse condizioni di clima e del suolo, realizzandosi, così, condizioni per le quali, a
tutt'oggi, esistono aree (anche se molto piccole) poco contaminate ed aree con livelli di
contaminazione al suolo elevatissimi. Di tutti i paesi interessati, la Bielorussia è quella più
colpita, con i suoi oltre 2 milioni di abitanti coinvolti e i 3678 centri, che rappresentano il
23% del territorio bielorusso (contro il 4,8% dell'Ucraina e lo 0,5% della Russia).
Durante l'esplosione elementi radioattivi, frammenti di cemento armato, combustibile
nucleare e ferro inondarono i locali inferiori del reattore, che, in quel momento perdette
l'isolamento ermetico. Enormi quantità di gas altamente radioattivo venne proiettato e
diffuso nell'ambiente. Dopo i primi giorni dall'incidente il livello di radiazioni, vicino al
reattore, raggiunse centinaia e migliaia di curie. La colonna degli elementi radioattivi si
innalzò per 1-2- Km e si disperse per un raggio di 1.200 Km. Si stima la quantità di
radionuclidi a lunga vita fuoriusciti da Cernobyl, come il Cesio 134 e 137, fu circa 600 volte
più elevata di quella dovuta all'esplosione atomica di Hiroshima. Di 190 tonnellate di
combustibile nucleare, oltre 35 furono proiettate fuori dalla parte nord, altre 135 si fusero
colando nella zona inferiore del reattore. L'esplosione fece cadere la pesantissima gru da
mille tonnellate sul reattore. Il risultato fu l'incendio di quasi 1.700 tonnellate di grafite
presenti nel nocciolo formando un camino di aria caldissima che portò in alto i radionuclidi
emessi dal nocciolo che continuò a fuoriuscire fino al 10 Maggio, giorno in cui cominciò a
decrescere.
Le vittime ufficiali. Le persone intervenute nella prima notte sono tutte morte: tra
pompieri che domarono il fuoco ed altri che prestarono i primi soccorsi si contano 31 morti e
187 persone che manifestarono sintomi acuti da irraggiamento diretto.
Queste sono le uniche vittime ufficiali accertate nella tragedia, ma si calcola che cinque
milioni di persone siano state esposte alle radiazioni in Ucraina, Bielorussia e Russia ed
ancora non sono chiare le reali conseguenze genetiche di tali effetti.